Attività: architettura, restauro, esterni, verde pubblico, direzione lavori, contabilità
Gruppo di lavoro: arch. serena sorgi, ing. caterina cordoni, dott. forestale enrico di felice (collaborazione alla progettazione del verde), geom. simone de santi (collaborazione alla contabilità), ing. benedetta di giacobbe (collaboratore), arch. giulia ciccone (collaboratore)
L’intervento è volto al recupero della funzionalità del Giardino, cuore del Borgo Medievale pensato da Gennaro Della Monica a Teramo, con il contestuale restauro degli elementi architettonici in esso contenuti, la riprogettazione del verde e dei percorsi al suo interno e la dotazione degli impianti necessari al suo funzionamento e mantenimento nel tempo (elettrico, di irrigazione e di smaltimento acque).
Nel progetto di questo piccolo pezzo di paesaggio, la carenza di fonti impone uno sforzo che, tra immaginazione e memoria, porti il tratto di quanto l’autore volesse realizzare; senza pretesa di mimesi o interpretazione della volontà dell’artista, il progetto prova a mettersi al servizio del luogo, dando ordine ai possibili percorsi e imprimendo un carattere, a cavallo tra presente e passato, interpretando i segni rimasti e disegnando una delle possibili soluzioni, quella quanto più vicina alla sensibilità contemporanea ma sempre nella memoria dei tempi passati.
Nel giardino principale i gradoni vengono riproposti disegnando un percorso sensoriale attraverso un giardino “mediterraneo” dove, sotto piccoli alberi da frutto, si può anche sostare mentre al margine estremo una magnolia fastigiata funge da torretta da e verso l’antico scorcio della città; profumi (erbe aromatiche), suoni (graminacee) e colori (piante fiorite) si alternano in una esperienza che vuole anche riproporre quello che forse era comune in città, nei tempi in cui l’aria era pulita e i rumori attenuati, e si poteva camminare per le vie e sentir provenire da giardini segreti il profumo della natura.
Vialetti in ghiaia e gradini in pietra poggiati sul terreno accompagnano in questo percorso per arrivare, dopo aver sostato presso la fontana ottagonale ricostruita, baricentro del sistema, all’area spettacoli, anch’essa in ghiaia e contornata da fiori, ortensie e ibischi ad accompagnare l’esperienza di fruizione artistica, possibile anche dal piano inclinato adiacente, su blocchi di pietra posti sul prato a mo’ di rovine.
Scendendo verso il basso un frutteto ordinato di meli e peri nel giardino inferiore fa da sfondo al sistema e racchiude, tra muretti di contenimento recuperati, un piccolo giardino segreto in cui peonie e melograni rimandano al gusto per i paesi lontani.
Sul giardino superiore, originaria sede dei pini, dei cipressi ridisegnano lo spazio attorno alla facciata, schermando la vista alla città che nei secoli ha prepotentemente assediato il Borgo.
A completare il sistema ed a consentirne la fruizione anche nelle ore di buio, è l’illuminazione del parco, progettata per essere funzionale all’uso nonché scenografica, a sottolineare elementi singolari e suggerire atmosfere.