Gruppo di lavoro: arch. serena sorgi, ing. caterina cordoni, arch. elisabetta avallone, ing. marco musmeci, arch. silvia di bartolomeo (collaboratore)
Lo studio esplora la possibilità di riqualificazione dell’area dell’ex mercato ortofrutticolo, posta in Campo Boario a Teramo, con la realizzazione di un edificio polifunzionale e la sistemazione degli spazi esterni compresi tra questa e gli edifici dove attualmente ha sede l’Istituto Zooprofilattico.
Il nuovo edificio ha il duplice obiettivo di completare l’attuale configurazione funzionale dell’area nonché di riqualificarla dal punto di vista urbano, inoltre razionalizza ed ottimizza le seguenti funzioni specifiche dell’Istituto:
_accorpamento e ridistribuzione delle attività direzionali e servizi con conseguente riorganizzazione degli spazi esistenti per laboratori ed uffici operativi;
_essere componente rappresentativa dell’immagine dell’Istituto, quale elemento di completamento dell’attuale assetto, attraverso una struttura architettonica di rilievo che concili l’avanguardia dell’Ente con l’esigenza di spazi di lavoro innovativi e che offra a Personale ed Ospiti la possibilità di vivere momenti di formazione, confronto e relax all’interno della stessa struttura, anche in ragione dell’inserimento di un auditorium.
Allo stesso tempo si propone come nuova centralità urbana attraverso le azioni di:
_ricucitura del tessuto urbano tramite la riqualificazione dell’area dell’ex mercato ortofrutticolo di Campo
Boario,
_razionalizzazione dei parcheggi a raso e della viabilità locale,
_riscoperta e valorizzazione delle direttrici urbane storico-archeologiche che influenzano l’orientamento di
parte dell’attuale tessuto cittadino.
L’ambizione è quella dunque di proporsi come interfaccia confidenziale con la Città di Teramo attraverso
l’inserimento di un nuovo elemento qualificante, permeabile, che contenga, oltre le funzioni istituzionali, i servizi condivisi con il quartiere quali percorsi verdi, asilo, sala pubblica, auditorium e parcheggi.
Il progetto definisce architettonicamente il quadrante Campo Fiera e la sequenza di percorsi, spazi pubblici e attrezzature che contribuisce a dar forma al comparto di espansione dell’IZSAM, ancorandosi ad alcuni nodi significativi quali il ridisegno delle connessioni con il sistema del verde urbano, il riassetto della viabilità locale e dei percorsi e l’inserimento di nuove funzioni a livello di quartiere. Individua azioni atte alla valorizzazione dei tessuti e delle relazioni urbane per definire spazi adatti ad una fruizione rinnovata dei luoghi, generando un nesso con l’area circostante e ricomponendo un nuovo paesaggio urbano.
La qualità di questo spazio, defilato rispetto alla città alta, ma connesso con la sua identità (i fiumi, la natura…) si dà come compresenza di oggetti, reperti ed eventi giustapposti, incastrati, in una parola, confusi tra di loro. Il progetto dovrebbe tendere a identificare e separare, proponendo una identità attuale, riscritta oggi, attraverso la costruzione di un sistema di “vuoti” capace di strutturare una “trama di sostegno” per il nuovo sistema architettura-città.